Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una singola scansione cerebrale, analizzata dall'AI, può diagnosticare l'Alzheimer

Una singola scansione a risonanza magnetica del cervello potrebbe essere sufficiente per diagnosticare l'Alzheimer, secondo nuove ricerche eseguite all'Imperial College di Londra.

La ricerca, pubblicata su Communications Medicine, ha usato la tecnologia di apprendimento automatico per esaminare le caratteristiche strutturali all'interno del cervello, anche nelle regioni non precedentemente associate al morbo di Alzheimer (MA). Il vantaggio della tecnica è la sua semplicità e il fatto che può identificare la malattia in una fase iniziale quando può essere molto difficile da diagnosticare.


Sebbene per il MA non vi sia alcuna cura, ottenere rapidamente una diagnosi in una fase iniziale aiuta i pazienti; permette loro di accedere all'aiuto e al supporto, ottenere cure per gestire i loro sintomi e pianificare il futuro. Essere in grado di identificare accuratamente i pazienti in una fase iniziale della malattia aiuta anche i ricercatori a comprendere i cambiamenti del cervello che innescano la malattia e supporta lo sviluppo e le prove di nuovi trattamenti.

 

Forma comune di demenza

Il MA è la forma più comune di demenza, che colpisce oltre mezzo milione di persone in GB. Sebbene la maggior parte delle persone interessate lo sviluppano dopo i 65 anni, anche quelle sotto questa età possono svilupparlo. I sintomi più frequenti della demenza sono la perdita di memoria e le difficoltà con il pensiero, la risoluzione dei problemi e il linguaggio.


I medici attualmente usano una serie di test per diagnosticare la malattia, come i test cognitivi e della memoria e le scansioni cerebrali. Le scansioni servono a verificare i depositi di proteine ​​nel cervello e il restringimento dell'ippocampo, l'area del cervello legata alla memoria. Tutti questi test possono richiedere diverse settimane, per essere organizzati ed elaborati.


Il nuovo approccio ne richiede solo uno di questi: una scansione cerebrale a risonanza magnetica (MRI) eseguita su una macchina Tesla 1.5 standard, che si trova nella maggior parte degli ospedali.


I ricercatori hanno adattato un algoritmo sviluppato per classificare i tumori e lo hanno applicato al cervello. Hanno diviso il cervello in 115 regioni e allocato 660 caratteristiche diverse, come dimensioni, forma e consistenza, per valutare ogni regione. Hanno quindi allenato l'algoritmo per identificare dove le modifiche a queste caratteristiche potrebbero prevedere accuratamente l'esistenza del MA.


Usando i dati dell'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, il team ha testato il suo approccio sulle scansioni cerebrali di oltre 400 pazienti con MA precoce e avanzato, di controlli sani e di pazienti con altre condizioni neurologiche, come la demenza frontotemporale e il Parkinson. Lo hanno testato anche con dati di oltre 80 pazienti sottoposti a test diagnostici per il MA all'Imperial College Healthcare NHS Trust.

 

Singolo test

Hanno scoperto che nel 98% dei casi, il sistema di apprendimento automatico a base di risonanza magnetica da solo è riuscito a prevedere accuratamente se il paziente aveva o meno il MA. È stato anche in grado di distinguere tra MA in fase iniziale e avanzata con una precisione abbastanza elevata, nel 79% dei pazienti.


Il professor Eric Aboagye, del dipartimento di chirurgia e cancro all'Imperial, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato:

"Al momento nessun altro metodo semplice e così diffuso può prevedere il MA con questo livello di accuratezza, quindi la nostra ricerca è un importante passo avanti. Molti pazienti che si presentano con MA alla clinica della memoria hanno anche altre condizioni neurologiche, ma anche all'interno di questo gruppo il nostro sistema poteva distinguere i pazienti con MA da coloro che non lo avevano.

“Aspettare una diagnosi può essere un'esperienza orribile per i pazienti e per le loro famiglie. Se potessimo ridurre il tempo di attesa, rendere la diagnosi un processo più semplice e ridurre parte dell'incertezza, ciò aiuterebbe molto. Il nostro nuovo approccio potrebbe anche identificare i pazienti con stadio iniziale per studi clinici su nuovi trattamenti farmacologici o cambiamenti nello stile di vita, che è attualmente molto difficile da fare".


Il nuovo sistema ha individuato cambiamenti nelle aree del cervello non precedentemente associate al MA, incluso il cervelletto (la parte del cervello che coordina e regola l'attività fisica) e il diencefalo ventrale (legato ai sensi, alla vista e all'udito). Ciò apre potenziali nuove strade per la ricerca in queste aree e i loro legami con il MA.


Il dott. Paresh Malhotra, neurologo consulente all'Imperial College Healthcare NHS Trust e ricercatore del Dipartimento di Scienze Cerebrali dell'Imperial, ha dichiarato:

“Sebbene i neuroradiologi interpretino già le scansioni MRI per aiutare a diagnosticare il MA, è probabile che ci siano caratteristiche delle scansioni che non sono visibili, anche agli specialisti. L'uso di un algoritmo che può selezionare trama e sottili caratteristiche strutturali nel cervello interessate dal MA, potrebbe davvero migliorare le informazioni che possiamo guadagnare dalle tecniche di scansione standard".

 

 

 


Fonte: Maxine Myers in Imperial College London (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Marianna Inglese, ...[+323], Eric O. Aboagye. A predictive model using the mesoscopic architecture of the living brain to detect Alzheimer’s disease. Communications Medicine, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.