Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenze neurodegenerative: individuato un potenziale marcatore per la diagnosi precoce

Si tratta del neurofilamento a catena leggera ed è stato individuato in due studi internazionali a cui hanno partecipato Statale, Centro Dino Ferrari e Policlinico di Milano.

Le riviste Nature Communications e Neurology hanno pubblicato due studi che segnano un passo avanti nella capacità di previsione dello sviluppo dei sintomi di demenze neurogenerative come il morbo di Alzheimer (MA) e forme ereditarie di demenza frontotemporale.


Con questi studi - frutto di una collaborazione internazionale, a cui hanno partecipato il Centro Dino Ferrari, l’Università Statale di Milano e l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – il team di ricerca ha identificato nel plasma di pazienti con diversi tipi di demenza un marcatore in grado di predire lo sviluppo dei sintomi: si tratta del neurofilamento a catena leggera.


Il neurofilamento a catena leggera è una proteina già nota per far parte dello scheletro costitutivo delle cellule del cervello che, se danneggiate, liberano la proteina che risulta estremamente aumentata a livello periferico prima dell’insorgenza del decadimento cognitivo.


Il MA è la prima causa di demenza nella popolazione anziana, con sintomi a progressione lenta ma peggiorativi nel tempo, fino a diventare talmente gravi da interferire con le attività quotidiane. La diagnosi, anche in fase precoce, viene oggi effettuata con esami sul liquido cerebrospinale e con la PET, che però sono costosi o invasivi e spesso non a disposizione di tutte le strutture ospedaliere.


L’obiettivo dei ricercatori è quindi scoprire ‘marcatori periferici’, molecole che possono essere identificate con un semplice prelievo di sangue, in grado di individuare i processi patologici, ai primi sintomi o in assenza di sintomi, anche 10-15 anni prima dello sviluppo della malattia neurodegenerativa.


L’identificazione di questo biomarcatore di prossimità allo sviluppo dei sintomi del MA – spiega Daniela Galimberti, ricercatrice del gruppo guidato da Elio Scarpini del Centro Dino Ferrari, Università Statale di Milano e Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e tra gli autori dei due studi internazionali - potrebbe avere un impiego pratico come screening nella popolazione anziana, essendo effettuato su un semplice prelievo di sangue e con costi contenuti, per avviare i soggetti ad alto rischio, in fase presintomatica, a un centro di secondo livello per analisi più approfondite”.


Il neurofilamento a catena leggera è stato studiato anche in famiglie che hanno forme ereditarie di demenza frontotemporale, confermando ancora una volta che l’aumento dei livelli plasmatici avviene poco tempo prima dello sviluppo del deficit cognitivo.


Questa ricerca – aggiunge la dottoressa Galimberti - è frutto di una proficua collaborazione e ha permesso di studiare un’ampia casistica di forme di demenza frontotemporale piuttosto rare. Per queste forme genetiche esistono potenziali nuovi farmaci innovativi che verranno studiati in sperimentazioni cliniche. L’utilizzo di questo biomarcatore permetterà l’inclusione di soggetti non ancora sintomatici, anticipando il trattamento in fase preclinica”.

 

 

 


Fonte: Università degli Studi Di Milano (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Nicholas Ashton, Shorena Janelidze, Ahmad Al Khleifat, Antoine Leuzy, Emma van der Ende, Thomas Karikari, Andrea Benedet, Tharick Pascoal, Alberto Lleó, Lucilla Parnetti, Daniela Galimberti, Laura Bonanni, Andrea Pilotto, Alessandro Padovani, Jan Lycke, Lenka Novakova, Markus Axelsson, Latha Velayudhan, Gil Rabinovici, Bruce Miller, Carmine Pariante, Naghmeh Nikkheslat, Susan Resnick, Madhav Thambisetty, Michael Schöll, Gorka Fernández-Eulate, Francisco Gil-Bea, Adolfo López de Munain, Ammar Al-Chalabi, Pedro Rosa-Neto, Andre Strydom, Per Svenningsson, Erik Stomrud, Alexander Santillo, Dag Aarsland, John van Swieten, Sebastian Palmqvist, Henrik Zetterberg, Kaj Blennow, Abdul Hye & Oskar Hansson. A multicentre validation study of the diagnostic value of plasma neurofilament light. Nature Communications, 7 June 2021, DOI
  2. Julio Rojas, Ping Wang, Adam Staffaroni, Carolin Heller, Yann Cobigo, Amy Wolf, Sheng-Yang Goh, Peter Ljubenkov, Hilary Heuer, Jamie Fong, Joanne Taylor, Eliseo Veras, Linan Song, Andreas Jeromin, David Hanlon, Lili Yu, Arvind Khinikar, Rajeev Sivasankaran, Agnieszka Kieloch, Marie-Anne Valentin, Anna Karydas, Laura Mitic, Rodney Pearlman, John Kornak, Joel Kramer, Bruce Miller, Kejal Kantarci, David Knopman, Neill Graff-Radford, Leonard Petrucelli, Rosa Rademakers, David Irwin, Murray Grossman, Eliana Marisa Ramos, Giovanni Coppola, Mario Mendez, Yvette Bordelon, Bradford Dickerson, Nupur Ghoshal, Edward Huey, Ian Mackenzie, Brian Appleby, Kimiko Domoto-Reilly, Ging-Yuek Hsiung, Arthur Toga, Sandra Weintraub, Daniel Kaufer, Diana Kerwin, Irene Litvan, Chiadikaobi Onyike, Alexander Pantelyat, Erik Roberson, Maria Tartaglia, Tatiana Foroud, Weiping Chen, Julie Czerkowicz, Danielle Graham, John van Swieten, Barbara Borroni, Raquel Sanchez-Valle, Fermin Moreno, Robert Laforce, Caroline Graff, Matthis Synofzik, Daniela Galimberti, James Rowe, Mario Masellis, Elizabeth Finger, Rik Vandenberghe, Alexandre de Mendonça, Fabrizio Tagliavini, Isabel Santana, Simon Ducharme, Chris Butler, Alexander Gerhard, Johannes Levin, Adrian Danek, Markus Otto, Sandro Sorbi, David Cash, Rhian Convery, Martina Bocchetta, Martha Foiani, Caroline Greaves, Georgia Peakman, Lucy Russell, Imogen Swift, Emily Todd, Jonathan Rohrer, Bradley Boeve, Howard Rosen, Adam Boxer, on behalf of the ALLFTD and GENFI consortia. Plasma Neurofilament Light for Prediction of Disease Progression in Familial Frontotemporal Lobar Degeneration, Neurology, Apr 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.