Ricercatori della Northeast Ohio Medical University hanno appena identificato un collegamento importante tra le aree del tronco encefalico - l'area antica che controlla umore, sonno e metabolismo - e alterazioni negative nelle ossa in un modello preclinico di Alzheimer (AD).
Lo studio, guidato da Christine Dengler-Crish PhD, assistente professore di scienze farmaceutiche, anatomia e neurobiologia, sarà pubblicato nel prossimo numero del Journal of Alzheimer's Disease.
La Dott.ssa Dengler-Crish e il suo team di ricerca riferiscono che la riduzione precoce della densità minerale ossea (BMD) rilevata in un modello preclinico di AD è dovuta alla degenerazione di una zona del tronco cerebrale che produce la maggioranza della serotonina del cervello, una sostanza neurochimica che controlla l'umore e il sonno, due processi influenzati presto nell'AD.
Le ossa possono essere uno dei primi indicatori di degenerazione del cervello, nell'Alzheimer
Un BMD ridotto, che a volte porta a osteoporosi, si traduce in un aumento del rischio di frattura ossea, riduzione della qualità della vita, e aumento della mortalità per i pazienti di AD. Inoltre, la ricerca della Dott.ssa Dengler-Crish suggerisce che la perdita precoce di tessuto osseo e la carenza di serotonina in AD può dirci qualcosa di molto importante sull'approccio alla diagnosi e al trattamento di questa malattia.
"La misurazione della densità ossea, che viene eseguita di routine in clinica, potrebbe essere un biomarcatore utile per valutare il rischio di AD nella nostra popolazione che invecchia", osserva la dott.ssa Dengler-Crish. "I risultati di questo studio ci motivano a esplorare il sistema della serotonina come nuovo bersaglio terapeutico potenziale per questa malattia devastante".
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Fonte: Northeast Ohio Medical University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Christine M. Dengler-Crish, Matthew A. Smith, Gina N. Wilson. Early Evidence of Low Bone Density and Decreased Serotonergic Synthesis in the Dorsal Raphe of a Tauopathy Model of Alzheimer’s Disease. Journal of Alzheimer's Disease, 2016
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