Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Disturbo del sonno poco compreso colpisce milioni di persone ed è collegato alla demenza

Un disturbo del sonno poco conosciuto e mal compreso, che insorge durante lo stadio del sonno chiamato 'movimento rapido degli occhi' (REM), ha attirato l'attenzione per il suo ruolo nel prefigurare le malattie cerebrali neurodegenerative come il Parkinson e la demenza da Corpi di Lewy. Il disturbo del comportamento del sonno REM (RBD), colpisce circa l'1% della popolazione generale in tutto il mondo e circa il 2% degli over-65.

The Conversation ha parlato con Anelyssa D'Abreu, neurologa specializzata in neurologia geriatrica, perché spieghi ciò che i ricercatori sanno sui legami della condizione con la demenza.

1. Che cos'è il disturbo del comportamento del sonno REM?

Ogni notte, attraversiamo da 4 a 5 cicli di sonno. Ogni ciclo, della durata di circa 90/110 minuti, ha quattro fasi. La quarta è il sonno REM, che comprende solo dal 20% al 25% del sonno totale, ma la sua proporzione aumenta nel corso della notte.


Durante il sonno REM, i ritmi cerebrali sono simili a quando sei sveglio, i muscoli perdono tono in modo da non poter muoverti e i tuoi occhi, mentre sono chiusi, si muovono rapidamente. Questa fase è spesso accompagnata da contrazioni muscolari e fluttuazioni della frequenza respiratoria e della pressione sanguigna.


Ma qualcuno con il disturbo del comportamento del sonno REM esprime all'esterno i propri sogni. Per ragioni che sono poco chiare, il contenuto dei sogni è di solito violento: i pazienti riferiscono di essere inseguiti o di doversi difendere e mentre dormono gridano, gemono, urlano, danno calci, pugni e si agitano. Da questi episodi spesso derivano lesioni; i pazienti possono cadere dal letto o colpire accidentalmente un partner. Circa il 60% dei pazienti e il 20% dei partner di letto delle persone con questo disturbo hanno subito un infortunio durante il sonno.


Sono necessari test appropriati, incluso uno studio sul sonno, per determinare se un paziente ha un disturbo del comportamento del sonno REM, al contrario di un altro disturbo, come l'apnea ostruttiva del sonno (in cui la respirazione viene interrotta durante il sonno).


Il disturbo del comportamento del sonno REM può verificarsi a qualsiasi età, ma i sintomi di solito iniziano tra i 40 e i 60 anni. Per quelli di età inferiore ai 40 anni, gli antidepressivi sono la causa più comune del disturbo del comportamento del sonno REM; in questi pazienti più giovani, colpisce maschi e femmine biologici circa allo stesso modo, ma dopo i 50 anni, è più comune nei maschi biologici.

 

2. Cosa causa il disturbo del comportamento del sonno REM?

Il meccanismo della malattia non è chiaro. In alcuni casi di disturbo del comportamento del sonno REM, non è possibile identificare una causa chiara. In altri casi, il disturbo può essere causato da qualcosa di specifico, come apnea ostruttiva del sonno, narcolessia, disturbi psichiatrici, uso di antidepressivi, disturbi autoimmuni e lesioni cerebrali, che sono aree del tessuto cerebrale danneggiato.


In entrambe le situazioni, il disturbo del comportamento del sonno REM può essere associato alle sinucleinopatie, un gruppo di disturbi neurodegenerativi in cui gli aggregati della proteina α-sinucleina si accumulano nelle cellule cerebrali. Il più comune di questi disturbi neurodegenerativi è il Parkinson. Altri sono la demenza da corpi di Lewy, l'atrofia del sistema multiplo e l'insufficienza autonomica pura. Il disturbo del comportamento del sonno REM può precedere queste malattie o verificarsi in qualsiasi momento durante la malattia.

 

3. Quali sono i collegamenti tra il disturbo del sonno e la demenza?

Il disturbo del comportamento del sonno REM può essere il primo sintomo del Parkinson o della demenza da corpi di Lewy. Si osserva nel 25%-58% dei pazienti con diagnosi di Parkinson, dal 70% all'80% dei pazienti con demenza da corpi di Lewy e dal 90% al 100% di quelli con atrofia del sistema multiplo.


In uno studio a lungo termine su 1.280 pazienti con disturbo del comportamento del sonno REM che non avevano parkinsonismo (un termine ombrello che si riferisce a condizioni cerebrali, compreso il Parkinson, che causano movimenti rallentati, rigidità e tremori) o demenza, i ricercatori hanno seguito i partecipanti per scoprire quanti avrebbero sviluppato questi disturbi. Dopo 12 anni, il 73,5% di quelli con disturbo del comportamento del sonno REM aveva sviluppato un disturbo neurodegenerativo correlato.


Alcuni dei fattori che hanno aumentato indipendentemente il rischio di sviluppare un disturbo neurodegenerativo sono stati la presenza di sintomi motori irregolari, livelli anormali di dopamina, perdita di senso dell'olfatto, compromissione cognitiva, visione anormale del colore, disfunzione erettile, costipazione e vecchiaia avanzata.


Il disturbo del comportamento del sonno REM può anche essere osservato in altri disturbi neurodegenerativi come l'Alzheimer e l'Huntington, ma a tassi molto più bassi. E pure l'associazione non è forte come quella osservata nelle sinucleinopatie.

 

4. Una diagnosi precoce aiuta?

Per la maggior parte dei disturbi neurodegenerativi, esiste una fase che può durare decenni in cui avvengono cambiamenti cerebrali, ma il paziente rimane asintomatico o sviluppa sintomi senza la piena espressione della malattia. L'RBD, in quello scenario, è un primo segno di quei disturbi. Ciò offre l'opportunità di studiare come la malattia progredisce nel cervello e sviluppare terapie che potrebbero rallentare questo processo o impedirlo.


Al momento, non ci sono terapie approvate per prevenire l'insorgenza di queste malattie neurodegenerative in chi ha il disturbo del comportamento del sonno REM. Vi sono, tuttavia, farmaci come melatonina e clonazepam che possono migliorare i sintomi. Raccomandiamo inoltre misure per evitare lesioni, come rimuovere dalla stanza gli oggetti fragili, proteggere le finestre e imbottire i pavimenti.


I pazienti che sono colpiti dal disturbo del comportamento del sonno REM possono scegliere di partecipare alla ricerca. Un trattamento adeguato della malattia può aiutare a prevenire lesioni e migliorare la qualità della vita.

 

 

 


Fonte: Anelyssa D'Abreu, prof.ssa associata di neurologia, Università della Virginia

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.